L’Inde delà le Gange
Era del Gange
l’ansa consapevole e coraggiosa
del mio cuore,
posato sulla gemma dell’Eden,
raccolta dalla tua bisaccia,
nomade ai margini di un mi(raggio),
schiuso tra le tue dita e le mie gambe,
enigma
in discesa ardita su indaco di pensieri.
I tuoi occhi sdraiati su una voglia,
l’attesa di offerte immolate,
il mio corpo nudo,
nell’onda del Gange
e
un sari sulla riva,
sale come
polvere delle coperture del mare.
Tatua(mi)
un bindi sulla fronte
goccia rossa di Sanskrit,
sangue e sabbia
di una rosa del deserto,
ancora,
tra le mie gambe e le tue dita,
velami l’anima
(in)sposa
a placare la sete di nuovi dei,
la domenica mattina,
l’Inde delà le Gange
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