Via delle Margherite
Lui
Sei
il mio vestito della festa.
Sei
lo spazio bianco tra le righe vergate fitte e gli errori della mia vita. Vedi quello spazio ha ancora tanto da dire.
Sei
il giro di tango sensuale quando gli orchestrali se ne sono già andati. Suonano per noi le vie deserte, i passi, i petali caduti.
Sei
la mia rabbia per i tuoi anni acerbi incamminati a vedere il mondo, che io già conosco, e aspetterò paziente che tornerai a raccontarmelo.
Sei
il riso sul sagrato della chiesa, cibo per i passeri.
Sei
una stazione del mio viaggiare. E vorrei che fossi nata in tutti i posti dove andrò.
Sei
il tempo buono, nuda sul mio petto e sei anche la tempesta di occhi in pioggia, di “mai più”, di porte sbattute.
Sei
nella mia vita pur sapendo che non è il nostro tempo.
Sei
la mia debolezza, il mio peccato, il mio perdono. Il mio rimpianto.
Perché, dimmi, io e te, cosa siamo?
Lei
Noi siamo il tempo di due tazzine di caffé posate su un tavolino all’aperto, al centro di una piazza.
Zucchero?
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