mercoledì 23 giugno 2010

Les champs de lavande. Oil on canvas



Ci terrei a precisare

che ho comprato questa tovaglia
con il suo semplice disegno ripetitivo
di fiori viola scuro non menzionati da alcun botanico
perché mi ricorda quel vestito stampato
che indossavi l’estate che ci siamo conosciuti

(un vestito
– hai sempre sostenuto –
che non ti ho mai detto che mi piaceva).
Be’, mi piaceva, sai.

Mi piaceva.
Mi piaceva un sacco, che ci fossi tu dentro
oppure no.

Andrew Motion

Non aveva nulla di particolare perché gli uomini si fermassero a guardarla, il vestito semplice le accarezzava il corpo in un’esplosione di fiori lavanda su sfondo bianco.

Les champs de lavande. Oil on canvas

Lui la guardava scendere verso il molo.

-Che veniva voglia di raccoglierli quei fiori, a uno a uno, come papaveri in un campo di grano quando l’estate è alle porte.

I capelli le scendevano lungo le spalle nude, come cielo nuziale entrare in un raggio di sole dal rosone sulla facciata della cattedrale e posarsi tra incenso e fiori e candele inginocchiate ai piedi dell’altare di dimenticate preghiere. Sì dimenticate.

Mentre fuori la calura rendeva fragili ed evanescenti i contorni del paesaggio.

Un ritratto sbiadito, come vecchie foto di inizio secolo.

A Montmartre.

Il campanile della cattedrale svettava sopra le case del borgo e di là gettava un occhio benevolo sul mare dove le imbarcazioni del porticciolo ondeggiavano appena.

Lei si incamminò sulla stretta passerella lasciando impronte umide dietro di sé. Che subito svanivano. Inghiottite dal sole.

-Come nella sua vita- pensò lui.

Lo raggiunse.

-Ciao- disse solo.

-Ciao-disse solo. Lui.

Poi tutto tornò a tacere.

I cani sonnecchiavano all’ombra degli olmi sulla piazza.

Immobili. Le cicale frinivano senza sosta.

Ma non le vedevi.

Erano invisibili.

Come loro.

Come cielo nuziale, velo di stelle cadenti. Disilluse e discese.

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