La vita facile
Prodotto da Domenico Procacci per la Fandango, La vita facile alza uno sguardo su uno degli stati dagli aspetti più contrastanti dell’Africa: il Kenya. Terra di colonia, e di colonizzatori come Lord Delamere, tempi dei grandi safari, quelli della caccia grossa ai big five e negli anni convertita alla semplice caccia di foto e documentari in 8 millimetri.
Ha conosciuto ed è stato attraversato da grandi ricchezze, come diceva Padre Angelo nella missione di Ukunda, ma il Kenya è rimasto una fetta di terzo mondo e povertà; la ricchezza accumulata nelle mani di pochi e i poveri sempre più poveri. Qui si muore per un’infezione, senza scomodare lo spettro di Ebola o della malaria.
Lucio Pellegrini, il regista, sceglie di ambientare questo film nel nord del Kenya, Archer’s Post, su vicino alla Somalia, terra dei Samburo, attraversata dal fiume Ewaso Ngiri. Scorci straordinari che solo questi luoghi sanno regalare, un piccolo aereo che plana sulla pianura africana, dove non c’è acqua corrente o energia elettrica.
Il regista racconta la storia di un medico, Stefano Accorsi, che da anni vive e lavora in un piccolo ospedale da campo, in Kenya, dove manca tutto, ma non la passione e l’amore che lui mette nel suo lavoro.
Fuggito da se stesso, dall’amore e da suo padre.
Ma non ci si può nascondere per sempre.
Lo raggiunge l’amico Pierfrancesco Favino, anche lui medico affermato, che aveva tutto, o almeno così credeva, perché l’Africa gli apre gli occhi e l’anima.
Tra i due uomini, una donna, equazione perfetta, luogo comune o scelta studiata?
Sì perché tutto si può dire ma non certo che il personaggio di Vittoria Puccini sia banale.
Certo sopra le righe, alla ricerca di stessa, del futuro. Dell’amore?
Camilla Filippi, seconda donna nella pellicola, è un’altra scelta d’amore per l’Africa.
Ecco non è cosa li ha portati in Kenya, ma il fatto che si siano arrivati.
E dove tutto è polvere che macchia i vestiti, dove echeggiano richiami swahili, poco ha valore il conto in banca.
Anche se non mancano i colpi di scena, fino all’ultimo fotogramma, nulla è come sembra.
La vita facile sembrerebbe quella della Roma bene, tra calici di vino, tangenti, belle case, ma forse la vita facile è quella che ti dona l’Africa se la sai apprezzare.
Se togli l’orologio quando arrivi e ti dimentichi del tempo.
E l’Africa dà sempre le sue risposte, basta saperle leggere.
Qua e là il richiamo a vecchie ed evocative canzoni, come Ti sento dei Matia Bazar e La stagione dell’amore di Battiato.
Straordinaria la colonna sonora di Gabriele Roberto.
Girato tra Kenya e Salento, atmosfere esotiche e assolate che richiamano al film di Ettore Scola Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?
La vita facile, bel film e straordinarie riprese. Da vedere.
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