Recensione di Storia di una narratrice in fuga, Annella Andriani – Il Grillo editore
Oggi sono ancora
una creatura in fuga
Occorre
iniziare da qua, per capire. Per cogliere in pieno il messaggio dell’autrice.
Che
non è nelle pagine, non è sul palco la sera della prima del suo romanzo, è già
altrove, a raccogliere frammenti di vita per farne storie.
Un’immagine
di Nennella, per gli amici, che ho davanti agli occhi è di lei che lavora a
uncinetto, intrecciando fili di cotone, così fa nella vita e nelle pagine di
questo romanzo.
La
trama e l’ordito si legano dando il via a un sapiente gioco di intrecci, il cui
risultato finale si avrà solo al termine.
In
fuga, passando per le pagine obbligate di questo libro raccontando una vita,
che cerca in tutti i modi la libertà da una violenza, da una costrizione, da
una prigionia seguendo il volo delle rondini e il disegno delle nuvole come
emblema di libertà.
Ti
disponi ad ascoltare, non puoi fare altro.
La lieve e
religiosa tensione che lega il narratore a chi lo ascolta
Ritrovo
tra queste pagine un richiamo al classico Jules e Jim di Henri-Pierre Roché,
con uno stile più asciutto, pur attingendo a tratti a una prosa poetica che
racconta il dolore, ma che subito ne fa miracolo e scudo per una nuova
rinascita.
Il
volo, la ricerca di libertà, un quieto passaggio per Salem, quasi a voler
trovare un’alchimia che dia la forza alla narratrice per sconfiggere i demoni
nell’ombra.
Affettuosa
immagine di attimi di famiglia, dove i legami sono a volte dolorosi, a volte
ineludibili, a volte preziosi, come la presenza dei nonni e il loro
invecchiare. Inesorabile. Lasciando in noi, un po’ di loro.
-Questa palla è
il destino, tienila con cura, non lasciarla sfuggire mai. Se la farai cadere si
frantumerà e saremo perduti.-
L’uomo
libro, emblema e chiave del romanzo, che si chiude in fretta, appena ci si
affeziona ai personaggi, già è ora di lasciarli andare e allora ti domandi se
non sia in realtà una magia della scrittrice, un mondo fatto di tamerici e
paesaggi bruciati dal sole di una campagna del sud, che può esistere per poco,
come un miraggio. Che subito ci lascia.
Perché
la narratrice è in fuga, deve andare, deve seguire il volo delle rondini…
La vita mi
passava accanto e non potevo fermarla
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