lunedì 24 gennaio 2011

L’ultimo Gattopardo – Ritratto di Goffredo Lombardo


http://www.bifest.it/



Teatro Petruzzelli 23-01-11

“Venere stava lì avvolta nel suo turbante di vapori autunnali. Essa era sempre fedele, aspettava sempre Don Fabrizio alle sue uscite mattutine, a Donnafugata prima della caccia, adesso dopo il ballo. Don Fabrizio sospirò. Quando si sarebbe decisa a dargli un appuntamento meno effimero, lontano dai torsoli e dal sangue, nella propria regione di perenne certezza?”

Tomasi Di Lampedusa

Curioso, come in questa parte d’Italia si avverta ancora così forte lo schierarsi pro o contro i Borboni, come se il Regno delle due Sicilie fosse ancora intrepido baluardo da difendere.

Ettore Scola apre la seconda serata del Bifest e sostiene che la passione non è una professione, in questa regione modello per l’Italia che coglie le occasioni di passione.

Il premio Fellini 8½ conferito a Tornatore, legge la motivazione Laudadio definendo lo stile del regista “originale e unico” e ancora “sguardo carico di sensibilità, poesia scoperta in una realtà complessa”.

Tornatore sottolinea l’affetto per la città di Bari, che gli porta fortuna, questo premio è per lui provocazione e stimolo a mantenere viva la passione per il cinema.

Il film in visione, L’ultimo Gattopardo, è il racconto di una passione, afferma Tornatore. È solo questione di passione.

Nichi Vendola definisce il cinema di Tornatore un antidoto alla volgarità, sostiene ancora che il cinema, così come la musica, la danza, non sono solo un dovere per rappresentare le nostre virtù civiche.

In sala: Pupi Avati, Ascanio Celestini, Fabrizio Bentivoglio, Carlo Verdone, Gianrico Carofiglio.

L’omaggio a Goffredo Lombardo è l’evocazione del ricordo che passa attraverso le parole e i racconti dei registi, degli attori, degli sceneggiatori che hanno lavorato per lui e con lui.

Tornatore: “Tu puoi fare 100 film. Ma ogni volta è come se ricominciassi tutto da capo”

La sala applaude il fotogramma che presenta Monicelli.

Dario Argento racconta così il produttore della Titanus: “Leggeva tutti i copioni. Faceva le orecchiette alle pagine”

Goffredo Lombardo, uomo non comune che ha saputo vivere con passione.

Innamorato del Gattopardo, affidato a Visconti che ne fa un colossal con un impiego di denaro da rischiare di far fallire la Titanus.

Il ballo e la sua preparazione durarono un mese e mezzo.

In una versione solo il ballo durava dure ore.

Lombardo vendette il suo impero per salvare il marchio, fu il curatore fallimentare di se stesso.

Per pagare il film gli italiani avrebbero dovuto vederlo due volte, anche in America non andò meglio.

Ma Goffredo Lombardo visse e lavorò sull’onda delle sue passioni e quel film fu la passione più grande.

Consacrandolo alla storia come l’ultimo Gattopardo.

La sera della prima sostenne: “Nella mia vita di produttore mi basterà aver fatto il Gattopardo”

Ma ripartì sempre, anche dal basso.

Una sua frase nella camera ardente recitava: “A tardi, perché a presto non s’addice”

Racchiudendo in questo suo umorismo triste, il saluto di un grande.

“Don Fabrizio” che torna a casa a piedi dopo il ballo. Il ballo più famoso della storia cinematografica.

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