venerdì 11 settembre 2009

Eleven

Ho visto il pozzo di luce sulle scale mentre aprivi i tuoi occhi, finestra su di me, città in verticale, con la testa tra le nuvole.

Le strade di polvere imbastiscono le trame a Lower Manhattan.

Il tempo ritorna come lacrime sui vetri delle auto ferme a un semaforo, pioggia negli occhi.

I gabbiani si stanno fermi a Ellis Island. Puntini ordinati, a un tratto si alzano in volo su Liberty Street. Poi virano sul fiume.

Quel giorno milioni di fogli bianchi ondeggianti in caduta libera, a scrivere la memoria storica del passato prossimo. La carta bianca a contare le assenze.

Eleven

Calendari spezzati, colonne d’Ercole fragili come bastoncini da shanghai. Ossa di gesso.

Il Buio.

Dopo il boato, dopo i crolli, dopo l’indomabile sinistro silenzio dei giganti.

12 rintocchi.

Eleven

Ecco ancora mi appendo al volo dei gabbiani che puntano a sud. Lontano.

E da Ellis Island guardo il profilo triste della città in verticale e sempre mi sorprendo della loro assenza. Un taglio di cielo che ancora sanguina.



(a NYC)