domenica 24 giugno 2012

Parigi Dakar

PROSSIMA USCITA
ISBN: 9788897362906
Da sabato 14 luglio in libreria

Qualcuno in qualche parte del mondo dice che l’amore è il sale della vita. Tutti cerchiamo l’amore, quello che si definisce assoluto, vero, ma quanti in realtà riescono a viverlo appieno? Quanti riescono a raccontarlo? Quanti riescono a comunicarlo con un linguaggio universale? Quanti riescono a fartelo rivivere? In Parigi Dakar ...c’è.
C’è l’amore vissuto nei suoi dettagli più profondi. C’è l’amore nelle sue sfaccettature che portano anche il dolore. C’è la passione mista a un erotismo raffinato, la ricerca dell’amore assoluto godibile a più livelli. Ma c’è anche dell’altro. Il piacere del viaggio, come spostamento da un luogo all’altro della Terra e come viaggio sulla Terra. C’è la debolezza umana, la sua difficoltà ad affrontare i lutti del passato e il suo desiderio di continuare a vivere oltre la morte. C’è il desiderio di realizzare il sogno e di conservare l’essere bambino. C’è tanto in questo libro, tanto per chi saprà cogliere e saprà leggere oltre le parole. In tanti passi è poesia pura che si snoda tra i sentimenti e le sensazioni dei protagonisti attraversando il mondo intero, da New York, a Parigi, all’Africa, a Milano, ad Amsterdam… Un libro da leggere e assaporare in ogni passaggio per vivere la vita.
Patrizia Rossini

“Un Tuareg nel Ténéré mi ha abbracciato e mi ha detto:
-Il deserto rende solide le cose più dure-
Questo è il senso della Parigi Dakar”.
Edi Orioli

Cristina Cardone è nata a Cuneo. Vive e insegna a Bari. Narrano leggende metropolitane che da Montmartre andavano a piedi a Montparnasse, e lì si aggiravano, come in sogno, anime stravaganti o raffinate, estete o blasfeme, eretiche o condannate, di poeti e artisti, ballerine e nobildonne, clochards e scrittori, condottieri e viaggiatori. La mia anima era nata lì. In una soffitta sulla Senna. Scrive su:
www.lasignoradellapioggia.blogspot.com
 
 
http://www.edizionirei.com/products/parigi-dakar/http://www.edizionirei.com/products/parigi-dakar/
 
http://www.facebook.com/#!/cristina.cardone.3http://www.facebook.com/#!/cristina.cardone.3

giovedì 21 giugno 2012

Come cielo nuziale

-Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.- da: Il Cantico dei cantici

Come cielo nuziale, velo di stelle cadenti. Disilluse e discese.
Il raggio di luce è passato attraverso l’anello del rosone per posarsi perfettamente sull’anello del mosaico sul pavimento.
Le figlie di Sion a riempire le brocche di parole di un amore al pozzo vicino al sicomoro.
Gli incensi bruciati a spandere nell’aria il velo della sposa.
Eccola, porta in mano un mazzo di margherite, figlie dei campi e di quel lento sfogliarle in un gioco mai sopito di m’ama non m’ama.
Tutto era scritto nel libro lasciato vicino all’altare tra genuflesse candele.
Il tempo è lo scandire di un attimo, il dito in un anello e carovane di ondulanti cammelli per la cruna di un ago.
Come cielo nuziale, disilluso e disceso.
(21-06-2012)

Occhi tempesta


A una ragazza di 20 anni fa che scriveva poesie nell’ora di matematica,
e a te che dopo 20 anni ancora te le ricordi…

Lui aveva gli occhi del colore della tempesta,
lei i capelli cuciti nell’orlo della notte.
Il vento lontano,
come solo silenziose le stelle stanotte
mentre le nuvole intrecciano danze con la luna,
le tue parole si perdono nel tempo come le notti di maggio
ma è antico il colore del vento che me le riporta.

martedì 19 giugno 2012

La Gran Madre parlava, i Cappuccini rispondevano


Tu sei la frase d’amore su cui ho costruito la mia vita. O almeno quello che ne rimane
Noè osservò la frase scritta a matita sulla parete del suo atelier. Si accarezzò la barba sottile con le mani, sorrise compiaciuto pensando a lei che l’aveva scritta. Poi prese una tela e l’appoggiò sul cavalletto.
Una pioggia sottile aveva cominciato a cadere dal primo pomeriggio. Il cielo rovesciato e plumbeo e le parole che passano lente, come acqua di Po.
Eva Rosa si teneva stretto l’impermeabile e con una mano dava l’equilibrio precario a tacchi e ombrello mentre usciva dalla metropolitana davanti alla stazione.
Sotto i portici le facevano compagnia il rumore ritmico dei suoi passi e la sua immagine che le rimandavano le vetrine.
Maibrit si era fermata nella piazza e rimaneva a osservare quell’angelo dalle strane ali, un brivido le corse lungo la schiena.
Via Garibaldi le si aprì davanti con i tavolini all’aperto, le librerie e pochi passanti in quel giorno di pioggia.
La luce aveva un taglia diverso in Piazza Vittorio, nell’architettura perfetta dei suoi portici, i suoi tetti, le soffitte, la collina, il ponte. Poi campane. La Gran Madre parlava. I Cappuccini rispondevano.
Entrarono insieme in chiesa. Eva Rosa e Maibrit.
La penombra raccoglieva sulle pareti l’ombra fluttuante della fiammella delle candele, le statue di gesso fissavano ipnotiche un punto qualsiasi davanti a loro.
Arrivarono entrambe vicino all’altare laterale e insieme allungarono la mano verso il libro che era stato appoggiato lì su una panca di legno.
Sulla copertina c’erano due mani.
Maibrit osservò la mano delicata dell’altra donna, sfilata da un guanto appoggiarsi per prima sul libro.
I loro sguardi si incrociarono.
Eva Rosa osservò il complicato disegno tatuato sulla mano di quella donna.
-Sei qui per il book-crossing?- domandò Eva Rosa.
-Sì.- sorrise divertita Maibrit -Anche tu lo hai letto sul sito Official Crossing zone?- continuò.
-Sì. Piacere, Eva Rosa.-
Maibrit lasciò il libro si sollevò ma le scivolò la borsa e il contenuto uscì dalla cerniera aperta.
Si chinarono insieme a raccogliere.
Eva Rosa le porse il mazzo di Tarocchi. -Ma tu sai leggere le carte?-
-Sì. Comunque piacere Maibrit.-
-Non sei di qua, vero?
-No, vengo da lontano.-
In quel momento il vento fece sbattere la porta di ingresso, il riflesso delle candele tremò di più.
Uscirono, Maibrit aveva preso il libro.
C’era un caffè nella piazzetta da lì si vedeva il fiume.
Si sedettero e iniziarono a parlare. Non avrebbero smesso più.
Rintocchi di campane.
La Gran Madre parlava. I Cappuccini rispondevano.


domenica 3 giugno 2012

Stato in luogo


Stato in luogo

Franco Arminio

“la poesia è un mucchietto di neve
in un mondo col sale in mano”

Franco Arminio, uno dei più grandi poeti di questo momento.
Possono una serie di parole in versi creare un quadro? Raccontare una vita come fosse un romanzo?
Sì, e Stato in luogo è qualcosa di molto simile a una poesia di vita che raccoglie prosa di racconto.
Cammei, fotografie, istantanee in seppia che fanno parlare di ricordi, e dai ricordi viene fuori la vita del paese, “ognuno aveva un pezzo della sua vita nella tasca degli altri”.
Canto corale che racconta il passare delle stagioni facendo la conta di chi non c’è più, nell’alternanza  dei colori delle stagioni, dal verde al giallo, dalla terra alla neve, ascoltando la voce del vento che si leva alta e “sparpaglia le ossa dei morti nelle bare”.
“Sospeso sulle argille
d’una vecchia collana
il paese perde le sue perle
frana.”
Franco ne raccoglie i cocci e li custodisce gelosamente in quello spazio d’inverno, al sole, con tutte le porte chiuse che è stato in luogo.
Leggete la poesia, perché apre il cuore.