venerdì 30 novembre 2012

L'alba

il tuo giorno inciampa già sulla mia notte, genuflessa alle tue parole, appesa all'apostrofo della parola Amore, come la mezza luna al di qua e al di la' dell'oceano.

domenica 25 novembre 2012

Libreria del Teatro

Presentazione di Parigi-Dakar, fermo posta Hotel de Ville presso la Libreria del Teatro a Bitonto

22 Novembre 18,30

Letture di Caterina Firinu

martedì 13 novembre 2012

mi dicono di Parigi Dakar...



Gloria Milani: Il libro me lo sono letteralmente mangiato in 5 giorni...e alla fine mi sono anche commossa;) E' davvero un piccolo capolavoro

Caterina Firinu: alla fine ho pianto. Se fossi stata sola avrei singhiozzato. È l’idea della perfezione di un rapporto d’amore. Viola ha capito tutto

Un’ amica di Caterina: le ho prestato il libro. Lo ha letto. Mi ha telefonato dicendo: “Bellissimo, ora vado in libreria e me lo compro”

Rinamaria Sapegno: non mi aspettavo tanta profondità e saggezza da una persona così giovane. Il finale mi ha sorpresa e fatta piangere

Tania Fornella: mi hai fatto venire voglia di vedere quei posti

Gianluca Lomuto: ti ho odiata nelle prime pagine. Gli uomini non sono tutti come Luca Borghese

Paolo Briganti: la cosa che mi è piaciuta di più: la dinamicità che hai creato tra spazio e tempo che ti riporta a volte alle prime pagine

Mina Balducci: è una poesia, un cammeo.

Rosanna Diodovich: vedevo i posti, sentivo gli odori…

Rosanna Zingaro: l’ho letto e poi l’ho riletto. È vero generi discussioni con questo libro.

Michele Faustino: letto due volte perché arrivato alla fine ho avuto la sensazione di essermi perso qualcosa.
Lidia Revelli: ho letto il tuo libro tutto d’un fiato. È elegante nella descrizione, molto bello e profondo.

domenica 4 novembre 2012

Pioggia a Bucarest



La tua voce mi arrivava a tratti, la linea era disturbata. Chiamavi da una cabina pubblica.
“Qui piove”
Per le strade silenziose te andavi avvolto nel tuo cappotto scuro. La sciarpa di lana appesa al collo, il mio illuso esserci, lì, con te, stanotte, mentre raccogli il riflesso rovesciato di te nelle pozzanghere e ombre sui muri, come scritte straniere a urlare contro il popolo degli eroi.
Quella canzone che mi avevi scritto dietro una cartolina e che tenevo in bilico tra i libri e quella bolla di vetro, souvenir che raccoglieva un paesaggio qualunque nel mondo, di dubbia fattura cinese. Quelle bolle di vetro che fai nevicare anche ad Agosto.
Piove a Bucarest.
Te ne vai senza ombrello, senza di me appesa al tuo braccio. In guerra di terra non tua, di nuovi armistizi da firmare per coltivare brandelli di futuro.
Mi porti nei tuoi pensieri, nella fodera della tasca del cappotto, nell’impronta delle mie labbra sulle tue.
Piove a Bucarest.
Rientri solo in un albergo vuoto, il riflesso intermittente della scritta all’esterno si amplifica nelle pozzanghere, come sangue rosso a colare dalle ferite.
Hanno colpito il tuo cuore fragile? O è ferita lieve che posso guarire standoti accanto?
La voce ritorna chiara. Hai richiamato, per non farmi stare in pensiero. Sì, sento la pioggia che ti fa compagnia.
Piove a Bucarest e sono sul cuscino vuoto accanto al tuo.