sabato 15 settembre 2007

Las Meninas










“E se non stai buono” aggiunse Alice “ti faccio andare nello specchio” Lewis Carrol

Dentro la cornice nera come fuliggine c’è la prova dell’illusione, fatta di realtà virtuale e presunta.
La sala è buia, il quadro è al centro della scena, ma dov’è la scena?

Las Meninas

Museo del Prado e una pioggia battente all’uscita mentre Foucault appoggiava la pipa alle labbra, lasciando disperdere nell’aria onde di tabacco trasparente.
Quell’ora incerta, di luce obliqua, molto prima del tramonto rovesciata da un cielo di piombo a tuffarsi in una pozzanghera.
I pensieri in ordine e un’occhiata alle finestre alte, solo custodi di un mistero, un enigma, un gioco forse, si trattava di cogliere la giusta strategia.

Partire

Mille chilometri di terra aspra rubata al mare.

Il mare

Il mare

Il mare

Barcellona viveva di un violoncello solo per Maisky sulle Rambla, e bozzetti di Picasso come souvenir.
Foucault e Théophile seduti su vecchie sedie impagliate giocavano a scacchi, tagliando in rombi la prospettiva di un tempo imperfetto e pittori distratti.

Distratti,

distratti.

Las Meninas, fatta a pezzi di cubismo nel gioco di colori di Picasso.
Dov’è la soluzione, per finire la partita?
Prendiamo tutti i personaggi e buttiamoli a terra come carte di tarocchi, l’Infanta, Maria Augusta, i nani, il pittore, il cane, Nieto, i sovrani, i due servitori scatola cinese, camera oscura, dipinto nel dipinto.
10 personaggi.
Davanti al quadro, dentro, dietro la tela.
Spettatori confusi, senza posto a teatro, a vagare le sale di un palazzo, come il gioco di un caleidoscopio di colori e sala degli specchi.
Las Meninas, fermo immagine su un angolo di corte, di vita andata, erosa dai tarli.
Seduti per ore davanti a un quadro, Foucault e Théophile con il marchio della croce di Santiago sulle dita, cammino coraggioso di luce perpetua.
Misurazioni matematiche e cambi di prospettiva, dov’è la coppia riflessa nello specchio?
Non è davanti allo specchio.
Non siamo noi gli spettatori, ma la coppia regnante, celata nello specchio che li nasconde finchè
Nieto solleva la tenda e li mette in luce.
Presto venite, noi siamo al posto dello specchio.
Dentro o fuori dall’immagine?

Prigionieri

Noi siamo in questo spazio dove passa il nostro tempo.
Cercando disperatamente di sfuggire alla morte.
Foucault si fermò sulla soglia, Margherita, sua nipote, sedeva sul grande tappeto, aveva figurine nelle mani e narrava:

Sono stanca di parlare con la bambina nello specchio. Non vuole darmi le sue carte con il Re e la Regina, ecco ora le volto le spalle così non la faccio più amica.

Noi siamo gli spettatori e la malinconia produce un distacco tra il personaggio e chi lo guarda.
Foucault ebbe un’intuizione, fuori Parigi era allagata da un temporale, pensò che sì, ne avrebbe discusso con Théophile, non appena fosse entrato nello specchio.
Noi, in questo tempo imperfetto.



Foucault 1926-1981

Théophile Gautier 1811-1872

Las Meninas 1656-1657




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