venerdì 2 aprile 2010

Via delle Margherite


Lui

Sei

il mio vestito della festa.

Sei

lo spazio bianco tra le righe vergate fitte e gli errori della mia vita. Vedi quello spazio ha ancora tanto da dire.

Sei

il giro di tango sensuale quando gli orchestrali se ne sono già andati. Suonano per noi le vie deserte, i passi, i petali caduti.

Sei

la mia rabbia per i tuoi anni acerbi incamminati a vedere il mondo, che io già conosco, e aspetterò paziente che tornerai a raccontarmelo.

Sei

il riso sul sagrato della chiesa, cibo per i passeri.

Sei

una stazione del mio viaggiare. E vorrei che fossi nata in tutti i posti dove andrò.

Sei

il tempo buono, nuda sul mio petto e sei anche la tempesta di occhi in pioggia, di “mai più”, di porte sbattute.

Sei

nella mia vita pur sapendo che non è il nostro tempo.

Sei

la mia debolezza, il mio peccato, il mio perdono. Il mio rimpianto.

Perché, dimmi, io e te, cosa siamo?

Lei

Noi siamo il tempo di due tazzine di caffé posate su un tavolino all’aperto, al centro di una piazza.

Zucchero?


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