venerdì 16 maggio 2008

La messa degli scarabei al tempio di Karnak





“Procurati un tempio. E poi potrai adorarmi il tempo di una messa”

Sotto il quarto di luna filtrato appena dall’intreccio dei rami, vegliavano le rane alla pozza acquitrinosa.

Mani giunte per il vespro della sera.

Fiorivano i meli.

I ragni tessevano il velo per la sposa degli dei.

Altari di sale a cristallizzare sulla pelle il tempo degli amanti.

Il sacrificio per la città degli angeli.

Di una passione dispersa nella questua del peccato di incappucciati sogni premonitori.

Uccelli

Gabbiani

Si consumavano le mele del peccato alla messa della dea, amante per il tempo di una messa.

Il tempio lì davanti, nudo al tuo sguardo.

In altri calici l’amore.

Crocefisse passioni. L’incrocio di due legni.

Imperfetto esserci.

Gracidavano le rane.

La notte per quelli come te è un drappo di velluto dove raccogliere scarabei color smeraldo, all’ombra di un sicomoro.

Karnak era vicino.

Hai

donne vestite di nero all’ombra delle rughe della tua bocca.

La Senna beveva l’ultimo rintocco di Notre-Dame.

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