sabato 14 giugno 2008

Anhabell

Picasso







Anhabell non ha età

Si nasconde nell’ombra dell’umiliazione delle sue rughe, tra i riflessi di una vita bugiarda che ha colorato d’argento i suoi capelli e di polvere le monete di un’elemosina e pietà.

Il solco di un sorriso amaro le taglia il volto obliquo in due

e

mani scartavetrate di carezze per i cani.

La sua carta d’identità è un documento falsificato dal tempo.

Leggo i dati anagrafici sbiaditi e mi soffermo su quei

“s e g n i p a r t i c o l a r i”

S e g n i

La conosco da sempre e ne osservo gli anni curvi sulla schiena come croci dimenticate e mi domando come si possa riassumere una persona con un nome, data di nascita e quei

“s e g n i p a r t i c o l a r i”

S e g n i

Anhabell osserva la gente che scende dai sogni e sale sui treni

Figli di un’altra stagione e una comune povertà o di una vecchia fortuna, chiusi nei pensieri grigi come segni di lapis su una pagina da scrivere.

Capriole di nuvole e neve il cielo oggi

Giornali stropicciati

Cafè

Passa in fretta la vita alla stazione della nostalgia per i sogni abbandonati lì vicino ai binari, su rotaie morte, scarpette dimenticate di un’illusione, le ballerine di Renoir un cartellone ingiallito.

Arabesque e Arrière non van d’accordo con le pratiche in ufficio che attendono.

Non c’è spazio per i rimpianti nel giorno che incalza come vento di Borea sulla malinconia.

Anhabell ha cuciti addosso gli scampoli di un’illusione, stracci lacerati di vecchi “perché” rimasti nell’assenza di una risposta.

Scialle di consumati ieri intrecciati a fili di lana e solitudine nel cammino stanco di chi ha per compagna un’ombra.

Fiori nelle aiuole ad appassire di sole e di mai.

Margherite.

In ginocchio al canto di un Osanna e questua di confraternite, il sagrato di una chiesa il suo cortile.

Anhabell osserva la gente che scende dai sogni e sale sui treni

Nella tasca di un soprabito dalle maniche consumate, il paziente lavoro dei tarli e del tempo,

una manciata di sbiaditi coriandoli,

il regalo di un bambino.

Qui alla stazione dei sogni abbandonati, scambiati con la vita, stelle appese e Natale presto a venire.

Re Magi a portar doni e eco di nenie e di canzoni, qui alla stazione del tempo che vola via.

Anhabell libera da vincoli e di troppi giorni lenti da dimenticare

Di sale nelle pieghe di una gonna da gitana

“Senza tetto” li chiama

………………………..( chi ha perso il cielo e pensa di proteggere un’anima nell’illusione di una ………………………..casa di muri e imposte chiuse)

“Barboni” la voce disprezza

…………………………….(chi è messo in “scacco” dalla vita e pensa di comprare anche la libertà)

“Clochard” perbenisti

……………………..(chi regala una moneta e fa silenzio sulla coscienza)

Anhabell non ha età

Anhabell è una storia interrotta il 18 Aprile 1964.

L’ultima data impressa su questo documento scaduto, dati anagrafici e una foto in bianco e nero.

Trine e merletti, Anhabell vestita di stracci e di cielo, stelle ricamate come neve, la brina sui capelli.

Questa mattina.

E

una storia.

Per chi vuole ascoltarla.

Che non ci sta stretta in quella riga:

“s e g n i p a r t i c o l a r i”

S e g n i

Anhabell osserva la gente che scende dai sogni e sale sui treni

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