Recensione di Se l'amore fosse come la rosa di Gerico di Dario Giubergia
Ero alla finestra quando il postino con fare sospetto ha depositato
nella buca un pacco giallo ampio e ripiegato.. poi si e’ voltato
scrutando la strada ed e’ ripartito…
sono sceso, ho controllato se qualcuno o qualcosa di insolito rompeva la
normalita’ di quella mattina..ho ritirato il pacco e sempre schivo e
sospettoso sono tornato in casa… l’ ho aperto con l’emozione di una cosa
tanto attesa ora tra le mie mani… dentro oltre il libro..un foglio :
“leggilo, fanne tesoro, raccogli ogni picolo particolare, conservalo
nella memoria poi distruggi il tutto…”
Cosi’ reinterpreterei il
momento in cui ho ricevuto il tuo libro.. arrivato all’ultima pagina in
poche ore… per fortuna ora posso far tornare la “tensione” a livelli
accettabili….
Inutile dirti che rabbia ho provato verso Peter di cui
non sono riuscito a vedere il volto nitidamente… sfuggente anche al
lettore..tra i suoi doppi giochi e le mille identita’..quale uomo, quale
amore puo’ chiedere tanto a un altro essere umano? Non era piu’
autentico e profondo sentimento amare cercando pero’ di preservare da
tanta sofferenza la povera Rose? Perche’ chiederle cosi’ tanto…perche’
metterla cosi’ in pericolo… amare e’ anche saper rinunciare…
Solo
verso la fine si e’ un po’ riscattato per la prima volta sacrificando se
stesso per il bene di lei.. facendo scudo col suo corpo..
Perche’
per quanto vero e inesorabile l’amore deve essere come la rosa di
gerico? Perche’ non potrebbe essere come una rosa di marzo che ha
bisogno di cure giornaliere e costanti…dove equilibri di piu’ fattori
ne’ dertermianano la vita o la morte? Troppo crudele, troppo spietato
assaporare l’amore tramite qualche goccia per poi ripiegarsi in uno
stato di abbandono e stasi…perche’ l’amore nella nostra vita non puo’
essere un eterna primavera al di la’ delle tradizionali regole del
tempo?
Il tempo…come e’ presente…come scandisce le pagine…
dicembre…gennaio…etc… le lunghe attese interminabili…gli attimi fugaci
di passione... tempo che toglie la vita…tempo che in un attimo la
restituisce con un’ intensita’ sbalorditiva… meglio una vita dove
crediamo di governare il tempo che ci porta a lento declino o una vita
dove siamo granelli di sabbia ben consapevoli della nostra missione ma
allo stesso tempo attratti dalla discesa inesorabile nella parte
inferiore della clessidra? Dove una mano puo’ in un attimo ribaltare il
nostro moto a suo piacimento?
Ormai coi tuoi libri ho imparato che
vanno letti a voce alta… tra se’ e se’… perche’ leggerli in silenzio
impoverisce tale lettura..il pensiero deve essere svincolato e libero
dallo scritto e farsi portare dalle parole ascoltate…senza timore di
perdere questa o quella parola nella frase..come si fa con un testo
straniero dove non ci si ferma alla singola parola ma al significato
della frase e a cio’ che ti trasmette…con una certa liberta’…solo cosi’
si puo’ cogliere “lo spazio bianco fra le parole…”
almeno con me funziona cosi’.
E’ notte…ho da poco finito il libro…passo nel lungo corridoio del
reparto dove 16 anime riposano..sento i singoli respiri..riposano anche
le pareti stanche della giornata caotica tetimoni di incontri
importanti…spie perseguitate dalla polizia…persone avvelenate dal
cibo…intossiati da polveri sottili..testimoni dell’effetto devastante
delle scie chimiche che pervadono il cielo… persone in contatto con Dio
con una missione incompresa…vittime della burocrazia e cattiveria
umana…traditi dalle proprie famiglie e abbandonati dai propri cari…
Ma tutti ugualmente avvolti da questa notte che passa silenziosa
portandosi via qualche preoccupazione e qualche ansia…pronta pero’ a
restituirle con le prime luci dell’alba….tutti con le stesse lenzuola,
coperte e copriletto…ugualmente bisognosi di un po’ di pace e affetto…
dove una parola della buona notte e un piccolo gesto di rimboccare le
coperte vale piu’ di una seduta di psicoterapia..riportando a una
fanciullezza dimenticata….
Nell’entrata da poco c’e’ un nuovo
quadro…che fino a questa sera non aveva un nome…la paziente che lo ha
creato non ha voluto firmarsi..per piu’ motivi….
Paziente al suo
primo ricovero che in 15 giorni scopre a suo spese di essere bipolare
come la madre e come lo zio… ma con una grande intelligenza che le ha
permesso di elaborare il tutto e pianificare un progetto per uscirne
velocemente e bene… anch’essa sospesa in una boccia di vetro…lontana da
casa in un’isola sconosciuta..in pericolo.. anch’ essa…missing…..
Al termine del ricovero ha creato questo quadro… che da oggi ha il nome di DEIDAMIA….
Credo che anche ROSE condividerebbe tale scelta….
Nel quadro e’ ben presente il tempo… la notte stellata compagna di
molti pensieri di Rose… la figura preponderante femminile… due
cerchi…come due sono gli amori di Peter …la madre e Rose….
Chissa’
magari in un angolo della nuova casa di Rose oltre a una piantina di
rose di marzo c’e’ posto per un quadro come questo….
E sul comodino quella sciarpa celeste con sfumature piu’ chiare….donata da un vento lontano…..
Grazie Cri.
Dario.
1 commento:
grazie Dario, onorata
Posta un commento