martedì 5 marzo 2013

Recensione di Nicky Persico

Cristina Cardone - “Se l'amore fosse come la rosa di Gerico”

pubblicata da Nicky Persico il giorno Lunedì 4 marzo 2013 alle ore 19.43 ·
Cristina Cardone
“Se l'amore fosse come la rosa di Gerico”
Edizioni R.E.I.
129 pag.

Cristina Cardone stupisce ancora, con questo suo romanzo che segue di poco a “Parigi Dakar”, ma che in realtà ne è prosieguo, idealmente, ed è anche la conferma del suo talento, consolidandone la maturità narrativa.
La dimensione della scrittrice, originale e delicata, è il viaggio.
“Il” viaggio: inteso, raccontato e versato in lettere secondo l'angolo visuale dell'importanza del percorso. Perchè viaggiatori si nasce, oppure si diventa.
Viaggiare e vivere, suggerisce l'autrice. Sono percorsi affini.
Si può vivere una vita intera senza aver vissuto, e si può attraversare interi territori senza trarne alcun vissuto.
O invece – questo è il messaggio del suo raccontare – si può imparare il tempo del viaggio, si può imparare a posare lo sguardo, a respirare lentamente il passo, e quindi a vivere il tragitto. In un gioco sottile di specchi Cristina Cardone rallenta il battito di chi legge, e con grazia all'improvviso ci si ritrova tra coloro che davvero hanno fatto dell'itinerario una dimensione di vita, ed essere con loro a sentire sulla pelle “il vento che non taceva mai, le scogliere sull'oceano e l'ultimo sguardo del popolo sui transatlantici prima del grande viaggio”.
Si impara, leggendo, a guardarsi intorno, ad avere rispetto per quello che ci circonda e di noi stessi come viandanti.
Tutto è tra le righe, con questa autrice, e il tutto accade con lentezza leggera.
Non si parte e non si arriva: si percorre. E spiegare questa sottile differenza è la cifra della sua grandezza.
Al termine si scende, ma come d'incanto qualcosa, dentro, resta.
Resta il ricordo pieno, resta il ritmo allineato, l'equilibrio ritrovato.
E il passo.
Il passo dell'esistenza, che ritorna a sé e che Cristina descrive come “Il cerchio della vita. Bisogna imparare ad aspettare senza stancarsi di aspettare e quando davvero nessuna speranza sembra farci vedere il domani , si deve tenere duro, non importa i rami che seccheranno, le foglie cadute, conta solo la forza delle nostre radici.
E ancora una volta con questo romanzo si salpa, si decolla, si esce comunque dalla porta per andare tanto lontano come mai avremmo immaginato: verso di sé.
E il cerchio si chiude, con l'ultima pagina, dove tutto finisce e tutto ricomincia.
E rifiorisce.
Come una rosa: la rosa di Gerico.
Dove le pagine sono come gocce d'acqua.

Nicky Persico

1 commento:

Cristina ha detto...

grazie Nicky, di cuore...