lunedì 15 agosto 2011

Watamu beach, maisha marefu

"Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato
il mare eh!"D.Modugno


La sera all’equatore arriva sempre così, improvvisa, senza darti il tempo del tramonto e poi del crepuscolo. Qui è giorno ed è notte 12 ore al giorno, né una di più, né una di meno.

Lo sguardo inciampa su Aldebaran,una stella che portiamo tra libri e ricordi

Sulla terrazza osservo il giardino, gli alberi di casuarina e giù sullo sfondo l’oceano.

Lo sento ruggire contro la barriera corallina, la marea si è alzata. Anche le maree qui si inseguono, ogni sei ore, l’oceano arriva e copre tutto o si ritrae così lontano che non sembra più minaccioso e allora nelle pozze lascia scoperti piccoli cammei: stelle marine, conchiglie, ricci striati.

E i due isolotti che caratterizzano l’orizzonte, come il monte Elicona, hanno un fascino misterioso.

Vedo alcune persone rientrare dalla spiaggia, giù per la strada bianca di polvere.

Elisa mi raggiunge in terrazza.

-Allora domani arriveranno tutti, l’aereo dovrebbe atterrare a Mombasa alle 9-

-Sono già decollati?-

-Stavano imbarcando-

Villa Bahati è il nostro porto. Ci torniamo, a ondate, in tempi diversi, ma ci torniamo, qualcuno forse solo con il pensiero.

Elisa mette un cd, e le note dei violini dell’overtoure della Traviata riempiono l’aria della sera.

Le volpi volanti sono ombre nel buio, furtive che appena sono raccolte dallo sguardo già ne escono.

-Ti ricordi i pipistrelli giù a Wasini?- le chiedo.

-E come no, sembrava un film dell’orrore-

-Esagerata-

-Ma ti ricordi Marco che si rifiutò di entrare nel ristorante e mangiò i suoi crabs sulla spiaggia?- dice.

È curioso come di alcuni di noi resta un’immagine qualcosa che ci lega a un ricordo che evocato ti fa subito ricollegare fatti e persone.

Un aereo solcava il cielo quasi buio. Per un po’ ne seguii la scia. Posta esattamente sotto la luna piena: come il segno di un gesso sulla lavagna.

-Lo sai che la scia degli aerei è fatta di ghiaccio?-

-Ah, no, non ci avevo mai pensato- risponde Elisa.

Curioso. Non pensavo di aver parlato a voce alta.

-E chi te l’ha detto?-

-Un amico, tempo fa. Ogni volta che vedo quelle scie nel cielo mi viene in mente-

Il vento tra le foglie delle palme.

La musica arriva fino a noi è di Violetta quell’addio.

Un po’ come sul monte di Elicona tengo nell’abbraccio il presente come una conchiglia che del mare ne riporta il rumore, ancora e ancora.

-Per il dolce- inizia titubante Elisa -il rum dovrebbero portarlo domani-

-E voglio sperare, come si fa a fare il babà senza rum, poi Gino chi lo sente. Havana Club?-

-Il rum è rum- risponde lei.

-No, il rum è Havana Club- conclude con me.

-Come il basilico deve essere a foglia piccola- mi prende in giro.

Ridiamo.

È il tempo dei frangipane, di un capodanno fuori stagione, che solo noi sappiamo perché.

È notte, qui a Watamu. Una bottiglia di vino del Sud Africa. I calici, le candele, le tovaglie.

Maisha marefu








5 commenti:

Nietta ha detto...

...eviterei l'annosa questione Havana Club-Bacardi, seconda sola a The frog story...

Quindi prenoterei per cena alla Malindina...siamo tanti?

Cristina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Cristina ha detto...

Siamo tutti :)))))
Zietta, the frog story, cosa mi hai ricordato, certe cose non hanno prezzo, x tutto il resto c'è...

Nietta ha detto...

allora crabs o aragosta, viva o morta? Ricordi i pescatori a villa Bahati? Poi chapati, e si brinda con una bottiglia del Sud Africa dici? Hai visto le foto su FB? Si brinda? Maisha marefu...a chi?

Cristina ha detto...

Non mangio mai ostriche. Il cibo mi piace morto. Non malato, né ferito, morto.
Woody Allen

:))
viste le foto...come stavamo combinati dopo quei KM nel deserto!
Ma scusa non avevi detto che prenotavi alla Malindina?

e maisha marefu a noi