mercoledì 31 agosto 2011

Villa Vallestì

Benedetta Cibrario

Villa Vallestì

“Ha srotolato tutto il Golfo di Napoli per farne un tappeto di gala”

Fuori dal tempo. O almeno di un tempo andato.

Camminare tra le pagine di questo raccontare è come muoversi in silenzio tra le mura di Villa Vallestì, che contiene in potenza il decadimento di una nobiltà perduta ed effimera, che ricorda che le cose restano e sopravvivono alle persone, come statue in giardino ricoperte d’edera, frammenti di affreschi ammuffiti, servizi di porcella sbeccati e dispari.

Un lento narrare come un frutto che marcisce. In senso buono. Il passare inesorabile sulle cose.

“Le mura mezze pericolanti di quella villa in cui vedevano cose diverse ma che sapeva difenderli dalle interferenze esterne e dalle reciproche frustrazioni, come una culla, o magari, semplicemente, una prigione.”

Una scrittura piacevole. Come la lettura.

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