domenica 11 settembre 2011

11 Settembre, I love NY


-Dopo il crollo delle Torri Gemelle l’Empire è tornato ad essere il punto più alto di New York, la mano con cui la città dei sognatori cerca di acchiappare il cielo- Paolo Cognetti





Questo è l’unico ponte al mondo dove le persone camminano sopra le auto, le auto sopra le navi e le navi sopra i treni.

-E che posto è?-

-New York, young man. Questa è l’America-

Quell’uomo era certamente un immigrato, lo si avvertiva dall’accento, un che di siciliano, mescolato a pistacchi di Bronte e cannoli alla ricotta.

Osservavano una cartina della città, attraversata dai suoi ponti, Brooklyn e Verrazzano.

Ero uscita dalla metropolitana e restavo sul pontile a guardare Liberty Island, con il profilo di una statua che era diventata icona ed emblema, per chiunque entrava dall’oceano.

Un po’ come un faro.

I turisti facevano la coda ai botteghini per imbarcarsi con i traghetti.

L’anziano uomo e il ragazzino erano seduti su una panchina poco lontano da me.

Ascoltavo quel misto di italiano e americano smozzicato, e sorridevo.

Poi finalmente mi decisi a voltarmi, quel vuoto tra i palazzi non era cambiato. Tante volte avevo sbattuto le palpebre sperando fosse solo uno scherzo dello sguardo. Le torri non c’erano più.

C’è un poster nel mio studio con lo sky line di New York dove ancora svettano, un fermo immagine, come un falso storico.

11 Settembre, chiunque fermi per strada oggi ti saprà raccontare esattamente cosa stava facendo quel giorno mentre tutte le agenzie battevano la notizia di un’esplosione alle Twin Towers.

E tutti abbiamo visto in diretta il secondo aereo. L’inizio della fine.

Il sogno americano, sopravvivrà alla cenere?

Mi domando, mentre mi incammino verso Ground Zero.

Sulla mia maglietta c’è scritto: I love NY.

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