sabato 3 marzo 2012

Aleph

Paulo Coelho

Aleph

“Una partenza è seguita da un ritorno; un ritorno è seguito sempre da una partenza.”

Questo libro è un viaggio. Molto lungo, iniziato molte vite fa. Che cos’è l’Aleph? È l’incredibile porta che ci permette di vedere le altre vite.

Coelho racconta il viaggio sulla Transiberiana, la vita racchiusa nel piccolo spazio di una carrozza di un treno, condivisa con altri, dove con il passare dei giorni si beve più vodka che acqua minerale, e regna più silenzio che conversazione.

In questo clima si inserisce una variabile indipendente: Hilal, ragazza giovane, antica presenza nella vita del protagonista: è uno di quegli incontri che è un ritorno, l’amore doloroso e puro che li ha legati in passato ritorna, come un fiume che scorre, nello stesso modo doloroso e puro che strappa forse solo un bacio, o forse molto di più, è fusione di menti e di anime, senza quasi toccarsi.

Crossover con una scena di un altro libro di Coelho, Sono come il fiume che scorre: in aeroporto a Mosca il protagonista domanda chi capisce l’inglese, si alzano alcune mani, lui mostra un mazzo di rose. Distribuisce undici rose che vengono consegnate a Hilal, emozionata e confusa al suo arrivo lui le dà la dodicesima rosa. Nessun “ti amo” da happy end, forse un addio, un cerchio che si chiude. Scrive l’autore: era il giorno di San Giorgio.

San Giorgio-Sant Jordi, sulla Rambla a Barcellona in quel giorno gli uomini regalano rose e le donne poesie.

“Trasforma il tuo destino.

Riscrivi la tua vita.”

Nessun commento: