Interviste dal lago Rosa: Cristina Cardone intervista Luciano Carcheri
Luciano Carcheri corre la Dakar Classic con Roberto
Musi con il numero 225.
Cristina:
Che cosa significava attraversare l’Africa, nella Parigi-Dakar? cosa si provava
ad arrivare alla “spiaggia”? Al di là dell’ordine di arrivo ma arrivarci. A
Dakar.
Luciano: La
Dakar è sempre stata un desiderio, poi fare la Parigi-Dakar è stata
un’esperienza unica, ne ho fatte 8, di cui 7 in moto. Correndo in edizioni
davvero stupende, infatti quello che pensavo arrivato qui è se trovavo una
parte del percorso che c’era in Africa con le sue diversità. Mentre si
attraversava l’Africa, per capire, il Marocco tutti sassi, la Mauritania tutta
sabbia, con le pietre sotto la sabbia, pericolosissime, la Guinea e il Mali con
piste di laterite il Sahel con piste saheliane, territori e piste che davano un
fascino completamente diverso, quindi bisognava anche cambiare il modo di
andarci in moto.
C.:
Cosa si provava ad arrivare alla “spiaggia”? Al di là dell’ordine di arrivo ma
arrivarci. A Dakar.
L.: Arrivare al
lago Rosa era il mito dei dakariani,
per me è stata una soddisfazione arrivarci per 6 volte su 8, reputo di essere
se non un miracolato, fortunato, le corse erano durissime, le tappe
inarrivabili, 1450 chilometri a volte, una follia, molte erano le insidie e non
era facile superarle tutte, però gestirle bene faceva la differenza. In ogni
caso il lago Rosa è il faro di arrivo.
C.:
Voi pensate che si potrà tornare un giorno a correre, da Parigi a Dakar?
Risponde Roberto
Musi (N.d.R.)
Roberto: se
qualcuno organizza una gara da Parigi a Dakar, degli iscritti potrà averne. Ma
se non ha una potenza economica non può concorrere con la Dakar. Che la Dakar
torni in Africa per me è impensabile. Io poi sono un integralista, nel senso
che la Dakar, deve finire a Dakar, se no non è la Dakar, e deve essere nel
Sahara. Quando l’hanno spostata in Sud America mi è sembrata una bestemmia
chiamarla “Dakar”, chiamala “gara bellissima in sud America” ma non chiamarla
Dakar. In Arabia almeno i paesaggi sono molto simili.
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