domenica 23 gennaio 2011

Bifest, Bari, 22-29 Gennaio

www.bifest.it

-“Brucia il Mercadante!”

L’esclamazione si fece lamento in un coro disperato sempre più fitto. Neanche i tizzoni ardenti, la paura di un’esplosione, di un crollo improvviso tenevano lontana la folla. Non curiosità, ma pianto e rabbia per quella distruzione.- Federico Pirro Bari brucia

“Apri gli occhi al foyer”

È il ciak si gira, è la frase che in gergo tecnico annuncia che il grande carrozzone del cinema ha inizio. E a Bari la Apulia Film Commission di strada ne ha fatta e non è solo il giro di prova con il miglior tempo di Senna in pista.

Il teatro gira come una di quelle giostre con il carillon raccogliendo i fasti di un tempo, forse un po’ più invecchiato, con chi c’era ieri e c’è oggi, pubblico con qualche ruga in più, ma si sa il tempo ha tutte le sue coniugazioni e anche l’imperfetto fa parte di questa sottile trama.

Una fila ordinata si snoda fuori dal teatro.

Telecamere e giornalisti.

Felice Laudadio esce sul palco all’improvviso come se fosse naturale arrivare così, la folla ancora disordinata trova il suo posto.

Emozionati il sindaco Emiliano e il governatore Nichi Vendola che afferma che la nuova energia, la chimica del futuro sarà la cultura. La fabbrica della cultura.

Premio Fellini 8½ per l’eccellenza artistica a Domenico Procacci.

Gira il teatro nell’affetto degli applausi. Perché al di là della politica e dei tagli alla cultura c’è ancora chi ci crede e nonostante tutto sa che è cibo per l’anima, “Buon appetito” l’augurio di Vendola.

In sala Jean Roy, Marco Bellocchio, Greta Scacchi, Peter Schneider, Jean Sorel, Emanuel Ungano. Aleggiava la presenza di Tornatore.

Il film in anteprima, The King’s Speech (il discorso del re), con Colin Firth, il ritratto di re Giorgio VI, che non ha paura di mostrare un handicap, la straordinaria amicizia con il logopedista che lo cura, al di là delle etichette rigide previste dal protocollo reale, in un clima di guerra imminente, sullo sfondo la chiacchierata e discussa storia tra Wallis Simpson e Edoardo, duca di Windsor.

Un quadro deformato come Las Meninas nelle mani di Picasso che strizza l’occhio al Velàzquez. Perché la realtà, anche quella dei reali ha il suo bagaglio di insicurezze, di paure, di difficoltà, e la perfezione giace solo nei ritratti di famiglia appesi sul camino.

Il pubblico applaude.

Tutto intorno, dal Kursaal al Galleria, dall’ABC al Cineporto le pellicole raccontano.

Ciak si gira.

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