Salotto Dakar: dalla Classic Roberto Musi si racconta
Roberto Musi è impegnato nella Dakar Classic, corre con il n.734, nel ruolo di navigatore di Rebecca Busi, l’italiana più giovane in gara, 25 anni.
Riesco a rintracciare al telefono Roberto mentre è già in Arabia.
C.: sei in gara con l’italiana più giovane, team nato quasi per caso. Sembra la trama del mio romanzo Venti, venti di Dakar: perché siete usciti dal libro?
R.: ride (NdR) non lo so, dimmelo te.
C.: la Dakar insegna che la realtà supera la fantasia, il tuo ruolo, la macchia… raccontaci.
R.: sono contento, è una bella sfida, nella Classic la navigazione è fondamentale, più della guida. Nella gara di regolarità c’è una velocità imposta, il mio ruolo è quello di leggere il RoadBook e comunicare al pilota le note e la velocità da mantenere. Per Rebecca è una chicca per farsi le ossa, capire le sue potenzialità.
C.: come ti sei preparato?
R.: ho preparato l’auto in meno di due mesi. Poi hanno anticipato la consegna delle vetture a Marsiglia. Ho fatto i salti mortali. Sto ancora lavorando, ma la Classic è più gestibile.
Quest’anno i mezzi in gara sono davvero tanti.
La macchina è perfetta. Gli organizzatori sono bravissimi. Quest’anno c’è una nuova app dove arrivano tutte le informazioni anche l’orario di partenza.
Mentre parliamo scoppia un temporale. Quest’anno pioggia e freddo la fanno da padroni anche nel deserto.
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